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giovedì 1 agosto 2013

I ricordi di una vita

 
Era una mattina come tante altre,in macchina,in coda nella solita tangenziale congestionata dal traffico del lunedì mattina,sembrava il solito lunedì mattina. Poi arrivò la telefonata di suo padre.
- Clara, non ti agitare,guida tranquilla e ascolta, appena puoi torna indietro ho portato mamma in pronto soccorso, forse è un ictus, è tutto sotto controllo quindi non essere imprudente.-
Fece come le aveva detto suo padre, mantenne la calma ed al primo svincolo tornò indietro, strane le parole di suo padre, lui si faceva prendere sempre dall’ansia e lei pensò che quelle parole probabilmente gliele aveva suggerite sua madre e questo la rincuorò. Sua madre manteneva sempre la calma, quando la calma era indispensabile per affrontare situazioni delicate. Sua madre,ed ebbe un moto di collera – Non puoi farmi questo, l’infarto, la pressione alta,i reni ed ora pure un ictus ? Basta! --Scusa mamma, scusa non volevo dire quello che ho detto.-
Mentre guidava con prudenza pensò a sua madre, i suoi sogni, i suoi progetti, quella voglia di girare il mondo, curiosa, creativa, sapeva trasformare semplici parole in bellissime poesie, la sua voglia di vivere nonostante tutto e tutti. Sarebbe potuta diventare dottoressa oppure giornalista, comunque sempre in giro per il mondo, zaino in spalla e via, libera, se solo non le avessero tarpato le ali.
Arrivò al pronto soccorso, parcheggiò e si precipitò dentro, terapia intensiva camice cuffia mascherina scarpe pronta, entrò e la vide. Il viso un poco  provato, la linea della bocca non era simmetrica, ma il portamento della testa e quel suo modo di tenere le spalle le fecero intuire che lei c’era, era presente a se stessa, come sempre del resto,si rilassò e respirò.
Si guardarono negli occhi, un sorriso.
Sua madre con gli occhi le stava dicendo – Scusa, scusami non volevo farti preoccupare, va tutto bene.-
E sì, era andato tutto bene  i medici erano ottimisti, il danno era stato lieve e preso in tempo, solo la bocca era rimasta un poco storta con l’angolo sinistro che guardava in su, ma non le stava male, le dava un’espressione furba e sorniona. Restavano ancora da fare degli esami neurologici che non rivelarono nulla di anomalo, era tutto a posto.
Dopo una settimana, parlando e raccontando però Clara si accorse che una parte della sua memoria si era cancellata, alcuni anni della sua vita erano spariti, c’erano dei piccoli buchi sparsi qua e la, non i fatti importanti, quelli c’erano tutti, solo dei piccoli vuoti.
Fù a quel punto che ebbe una meravigliosa intuizione, reinventarle una vita.
Cosi riempì quei piccoli buchi raccontandole di dove era stata e di cosa avesse fatto, le fu facile inventare con fantasia fatti e viaggi perché sua madre grande appassionata di avventure, non potendo viaggiare aveva visto tutti i documentari possibili e conosceva gran parte del mondo, come se ci fosse stata veramente.
Suo padre mago del fotoshop, l’aiutò in questo progetto, ed insieme le reinventarono una nuova meravigliosa vita.