Era una mattina come tante altre,in macchina,in coda nella solita tangenziale congestionata dal traffico del lunedì mattina,sembrava il solito lunedì mattina. Poi arrivò la telefonata di suo padre.
- Clara, non ti agitare,guida tranquilla e ascolta, appena puoi torna indietro ho portato mamma in pronto soccorso, forse è un ictus, è tutto sotto controllo quindi non essere imprudente.-
Fece come le aveva detto suo padre, mantenne la calma ed al primo svincolo tornò indietro, strane le parole di suo padre, lui si faceva prendere sempre dall’ansia e lei pensò che quelle parole probabilmente gliele aveva suggerite sua madre e questo la rincuorò. Sua madre manteneva sempre la calma, quando la calma era indispensabile per affrontare situazioni delicate. Sua madre,ed ebbe un moto di collera – Non puoi farmi questo, l’infarto, la pressione alta,i reni ed ora pure un ictus ? Basta! --Scusa mamma, scusa non volevo dire quello che ho detto.-
Mentre guidava con prudenza pensò a sua madre, i suoi sogni, i suoi progetti, quella voglia di girare il mondo, curiosa, creativa, sapeva trasformare semplici parole in bellissime poesie, la sua voglia di vivere nonostante tutto e tutti. Sarebbe potuta diventare dottoressa oppure giornalista, comunque sempre in giro per il mondo, zaino in spalla e via, libera, se solo non le avessero tarpato le ali.
Arrivò al pronto soccorso, parcheggiò e si precipitò dentro, terapia intensiva camice cuffia mascherina scarpe pronta, entrò e la vide. Il viso un poco provato, la linea della bocca non era simmetrica, ma il portamento della testa e quel suo modo di tenere le spalle le fecero intuire che lei c’era, era presente a se stessa, come sempre del resto,si rilassò e respirò.
Si guardarono negli occhi, un sorriso.
Sua madre con gli occhi le stava dicendo – Scusa, scusami non volevo farti preoccupare, va tutto bene.-
E sì, era andato tutto bene i medici erano ottimisti, il danno era stato lieve e preso in tempo, solo la bocca era rimasta un poco storta con l’angolo sinistro che guardava in su, ma non le stava male, le dava un’espressione furba e sorniona. Restavano ancora da fare degli esami neurologici che non rivelarono nulla di anomalo, era tutto a posto.
Dopo una settimana, parlando e raccontando però Clara si accorse che una parte della sua memoria si era cancellata, alcuni anni della sua vita erano spariti, c’erano dei piccoli buchi sparsi qua e la, non i fatti importanti, quelli c’erano tutti, solo dei piccoli vuoti.
Fù a quel punto che ebbe una meravigliosa intuizione, reinventarle una vita.
Cosi riempì quei piccoli buchi raccontandole di dove era stata e di cosa avesse fatto, le fu facile inventare con fantasia fatti e viaggi perché sua madre grande appassionata di avventure, non potendo viaggiare aveva visto tutti i documentari possibili e conosceva gran parte del mondo, come se ci fosse stata veramente.
Suo padre mago del fotoshop, l’aiutò in questo progetto, ed insieme le reinventarono una nuova meravigliosa vita.