Sono solo mie riflessioni,
era il 28 luglio del 2004, io compivo gli anni e Terzani
moriva, allora non lo conoscevo ancora, forse lo avevo visto in qualche
intervista ma non lo avevo mai memorizzato. Era l’estate della poesia “ORA”
scritta mentre giravo in Abruzzo, era l’estate dove tutti i luoghi visitati mi
portavano sulle tracce di Celestino V, come se mi chiamasse. Era l’estate dove nei
miei pensieri non c’erano nè Terzani né Celestino, era l’estate delle
consapevolezze, del “tiriamo le somme”, del chiudiamo una porta e apriamo
quella vicina, era l’estate dei cambiamenti, ed a Novembre arrivò, atteso,
l’infarto.
Atteso si, sapevo che sarebbe arrivato, lo sentivo. Avevo descritto
alla dottoressa i sintomi, ero stata dal
cardiologo, avevo fatto l’ecocadiogramma e l’holter poco tempo prima e non era
stato rilevato nulla di anormale, il cardiologo e la dottoressa erano concordi
nel dire che i miei sintomi erano causati dal mio stato ansioso e che dovevo
rilassarmi e mi avevano consigliato di assumere degli ansiolitici,per fortuna
non li ho presi. Avevo la coronaria destra chiusa al 100% alla faccia dello
stato ansioso. Eppure ero stata chiara nel descrivere i sintomi: senso di
oppressione al petto, fiato corto nel fare le scale e ogni tanto un breve
oscuramento, come quando si spegne la luce. Forse avevo descritto con troppa
lucidità questi sintomi e non sono stata creduta. Il mese prima mi ero iscritta
ad un corso di pronto soccorso organizzato dal comune di Villasanta, e proprio
la settimana prima la lezione trattava di come si attiva una chiamata al 118 e
cosa fare nelle urgenze, nulla arriva mai per caso, a volte gli accadimenti
della vita sembrano già programmati a nostra insaputa……dovrei continuare questo
racconto ma ora non so da che parte continuare, e sinceramente non parlo mai
volentieri dei malanni di questo corpo in cui mi sono ritrovata ma che non mi
appartiene……lo accudisco, mi serve, ma non sono io. Il mio IO è altrove. Dove?
Non lo so ancora, cerco, forse è questa ricerca che mi ha fatto scrivere tempo
fa la frase con cui vorrei essere ricordata” E quando alfin l’anima mia
straniera trovò casa mi tocco di andarmene”.
A volte mi domando – se io fossi nata in un altro luogo, un
altro continente, un altro secolo, sarei stata ancora IO o sarei stata un’altra
me. Mi piace pensare che al di là di razze, secoli, continenti, IO sarei stata
sempre IO. Tanto grande e smisurato il tuo” EGO “ Rosanna?
Ritornando al mio infarto, quando mi riaprivano la coronaria
ostruita il mio cuore si è fermato, il tempo di accorgermene e di dire al
medico - guardi che me ne stò andando - ho sentito il medico rispondermi – lei non
va da nessuna parte- me ne sono andata.
Non ho visto nessuna luce bianca in fondo ad un tunnel, come a volte si sente
raccontare. Mentre il mio cuore era fermo, e questo l’ho scoperto quando sono”
ritornata”, con gli occhi della mente ho visto migliaia di immagini scorrere
vertiginosamente, per rendere l’idea potrei paragonarla alle macchinette per
contare le banconote e rammento di aver pensato- cosa sto guardando? Forse sono
i ricordi della mia vita quelli che vedo scorrere a cosi grande velocità.
Poi piccoli schiaffetti sulle guance mi hanno riportato di
qua, l’infermiere mi stava chiamando, lo sentivo ma non ero ancora pronta per
rispondere – aspetta, dammi tempo - ricordo di aver pensato.
Ho aperto gli occhi e sono tornata, lucida, sempre. Ho
chiesto all’infermiere quanto tempo ero stata via
preoccupata per le mie cellule cerebrali, mi ha risposto
ridendo dove ero andata in vacanza.
Solo nel pomeriggio in terapia intensiva ho scoperto un
grosso livido sullo sterno e due segni rossi come bruciature, la dottoressa mi
disse che aveva dovuto darmi un “forte cazzotto” e le bruciature erano del
defibrillatore. Di quello che succedeva al mio corpo esternamente non ho
memoria ma il ricordo di quello schedario, io lo chiamo così, non lo scorderò
mai. Per molto non ne ho parlato e non riuscivo a dare una spiegazione “logica”
a quello che avevo visto ma….nulla succede per caso , una donna sconosciuta alla quale, per caso, stavo raccontando la mia
avventura mi diede la risposta.
-Di la stavano cercando il tuo nome in quello schedario, non
l’hanno trovato e ti hanno rimandata di qua-. Chiaro, semplice, logico . GRAZIE