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venerdì 1 maggio 2015

RITORNARE


Sono solo mie riflessioni,
era il 28 luglio del 2004, io compivo gli anni e Terzani moriva, allora non lo conoscevo ancora, forse lo avevo visto in qualche intervista ma non lo avevo mai memorizzato. Era l’estate della poesia “ORA” scritta mentre giravo in Abruzzo, era l’estate dove tutti i luoghi visitati mi portavano sulle tracce di Celestino V, come se mi chiamasse. Era l’estate dove nei miei pensieri non c’erano nè Terzani né Celestino, era l’estate delle consapevolezze, del “tiriamo le somme”, del chiudiamo una porta e apriamo quella vicina, era l’estate dei cambiamenti, ed a Novembre arrivò, atteso, l’infarto.
Atteso si, sapevo che sarebbe arrivato, lo sentivo. Avevo descritto alla dottoressa  i sintomi, ero stata dal cardiologo, avevo fatto l’ecocadiogramma e l’holter poco tempo prima e non era stato rilevato nulla di anormale, il cardiologo e la dottoressa erano concordi nel dire che i miei sintomi erano causati dal mio stato ansioso e che dovevo rilassarmi e mi avevano consigliato di assumere degli ansiolitici,per fortuna non li ho presi. Avevo la coronaria destra chiusa al 100% alla faccia dello stato ansioso. Eppure ero stata chiara nel descrivere i sintomi: senso di oppressione al petto, fiato corto nel fare le scale e ogni tanto un breve oscuramento, come quando si spegne la luce. Forse avevo descritto con troppa lucidità questi sintomi e non sono stata creduta. Il mese prima mi ero iscritta ad un corso di pronto soccorso organizzato dal comune di Villasanta, e proprio la settimana prima la lezione trattava di come si attiva una chiamata al 118 e cosa fare nelle urgenze, nulla arriva mai per caso, a volte gli accadimenti della vita sembrano già programmati a nostra insaputa……dovrei continuare questo racconto ma ora non so da che parte continuare, e sinceramente non parlo mai volentieri dei malanni di questo corpo in cui mi sono ritrovata ma che non mi appartiene……lo accudisco, mi serve, ma non sono io. Il mio IO è altrove. Dove? Non lo so ancora, cerco, forse è questa ricerca che mi ha fatto scrivere tempo fa la frase con cui vorrei essere ricordata” E quando alfin l’anima mia straniera trovò casa mi tocco di andarmene”.
A volte mi domando – se io fossi nata in un altro luogo, un altro continente, un altro secolo, sarei stata ancora IO o sarei stata un’altra me. Mi piace pensare che al di là di razze, secoli, continenti, IO sarei stata sempre IO. Tanto grande e smisurato il tuo” EGO “ Rosanna?
Ritornando al mio infarto, quando mi riaprivano la coronaria ostruita il mio cuore si è fermato, il tempo di accorgermene e di dire al medico - guardi che me ne stò andando - ho sentito il medico rispondermi – lei non va da nessuna parte-  me ne sono andata. Non ho visto nessuna luce bianca in fondo ad un tunnel, come a volte si sente raccontare. Mentre il mio cuore era fermo, e questo l’ho scoperto quando sono” ritornata”, con gli occhi della mente ho visto migliaia di immagini scorrere vertiginosamente, per rendere l’idea potrei paragonarla alle macchinette per contare le banconote e rammento di aver pensato- cosa sto guardando? Forse sono i ricordi della mia vita quelli che vedo scorrere a cosi grande velocità.
Poi piccoli schiaffetti sulle guance mi hanno riportato di qua, l’infermiere mi stava chiamando, lo sentivo ma non ero ancora pronta per rispondere – aspetta, dammi tempo - ricordo di aver pensato.
Ho aperto gli occhi e sono tornata, lucida, sempre. Ho chiesto all’infermiere quanto tempo ero stata via
preoccupata per le mie cellule cerebrali, mi ha risposto ridendo dove ero andata in vacanza.
Solo nel pomeriggio in terapia intensiva ho scoperto un grosso livido sullo sterno e due segni rossi come bruciature, la dottoressa mi disse che aveva dovuto darmi un “forte cazzotto” e le bruciature erano del defibrillatore. Di quello che succedeva al mio corpo esternamente non ho memoria ma il ricordo di quello schedario, io lo chiamo così, non lo scorderò mai. Per molto non ne ho parlato e non riuscivo a dare una spiegazione “logica” a quello che avevo visto ma….nulla succede per caso , una donna sconosciuta  alla quale, per caso, stavo raccontando la mia avventura mi diede la risposta.
-Di la stavano cercando il tuo nome in quello schedario, non l’hanno trovato e ti hanno rimandata di qua-. Chiaro, semplice, logico . GRAZIE


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